Sempre più anziani in Europa prendono quotidianamente cinque farmaci o più, con un uso preoccupante di inibitori di pompa protonica e benzodiazepine.
Uno spettro s’aggira per l’Europa: la polifarmacoterapia


Sempre più anziani in Europa prendono quotidianamente cinque farmaci o più, con un uso preoccupante di inibitori di pompa protonica e benzodiazepine.
La polifarmacoterapia è una realtà quotidiana per una percentuale considerevole di anziani in Europa: a destare preoccupazione è l’ampio uso di farmaci come inibitori di pompa protonica e benzodiazepine. A evidenziarlo è uno studio retrospettivo di coorte internazionale, condotto in sei Paesi europei (Italia, Belgio, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), basato sui dati delle prescrizioni dei medici di medicina generale. L’obiettivo era stimare la prevalenza della polifarmacoterapia (definita come la prescrizione di 5 o più classi di farmaci) e analizzare la prescrizione di farmaci noti per il rischio d’abuso o uso inappropriato negli anziani. Dallo studio è emersa un’elevata diffusione della polifarmacoterapia: in quattro dei sei Paesi inclusi, oltre la metà degli anziani era trattato quotidianamente con almeno cinque farmaci. La prevalenza della polifarmacoterapia tra gli over 65 variava dal 22,8% nel Regno Unito al 58,3% in Germania, con l’Italia posizionata al 53,5%. Una...
Uno studio caso-controllo condotto in Australia, suggerisce che l’uso dei gabapentinoidi potrebbe associarsi a un aumento del rischio di frattura dell’anca, soprattutto nelle persone fragili e con malattia renale cronica. Lo studio ha preso in esame 28.293 pazienti ricoverati per frattura dell’anca negli ospedali dello stato di Victoria, in Australia, tra il 2013 e il 2018, con l’obiettivo di valutare il legame tra gabapentinoidi e fratture dell’anca, anche in funzione di variabili come età, fragilità e funzionalità renale. Tra i partecipanti, 2.946 (10,52%) erano in trattamento con un gabapentinoide (pregabalin o gabapentin) prima del ricovero per frattura. L’uso di questi farmaci si associava a un aumento del rischio di frattura dell’anca (odds ratio 1,96, limiti di confidenza al 95% da 1,66 a 2,32), anche dopo l’aggiustamento per possibili fattori di confondimento, come l’uso concomitante di altri farmaci attivi sul sistema nervoso centrale, che potevano spiegare l’aumento del...
Soprattutto nelle persone fragili o con malattia renale, l’uso dei gabapentinoidi come antidolorifici richiede cautela per l’aumento del rischio di frattura dell’anca.
Uno studio internazionale indaga l’opinione dei pazienti sulla polifarmacoterapia: molti sarebbero disposti a sospendere alcuni farmaci, soprattutto a causa degli effetti collaterali.
Negli anziani seguiti in assistenza domiciliare che prendono molti farmaci aumenta significativamente il rischio di cadute.
Secondo uno studio di coorte condotto in Giappone, la polifarmacoterapia si associa a un aumento del rischio di cadute negli anziani che ricevono un’assistenza domiciliare. D’altra parte è proprio questa popolazione che ha diverse malattie croniche compresenti, che si gestiscono meglio lasciando l’anziano a casa propria e seguendolo con un servizio domiciliare che deve essere diffuso sul territorio, come per l’appunto è in Giappone e come sempre più si tende a fare anche in Italia. Lo studio, condotto su un campione di 217 anziani ultrassessantacinquenni, di cui 135 in polifarmacoterapia (definita nel protocollo della ricerca come l’uso quotidiano e cronico di 6 o più farmaci), ha valutato diversi esiti clinici, tra cui gli episodi di caduta, i ricoveri ospedalieri e i decessi durante il periodo di follow up. A distanza di un anno, il 34,1% degli anziani in polifarmacoterapia ha riportato almeno una caduta, rispetto al 15,9% di coloro che assumevano meno di sei farmaci (odds ratio...
La somministrazione simultanea dei vaccini adiuvati contro l’herpes zoster e l’influenza è sicura negli anziani.
La somministrazione simultanea dei vaccini adiuvati contro l’herpes zoster e l’influenza è sicura negli anziani.
Il numero di anziani che vivono con malattie croniche e prendono più farmaci è aumentato negli ultimi vent’anni.
Il numero di anziani che vivono con malattie croniche e prendono più farmaci è aumentato negli ultimi vent’anni.
Come per l’adulto anche nel bambino la fragilità aumenta il rischio di effetti avversi ai farmaci, ma nel bambino l’impatto può essere maggiore.
La polifarmacoterapia sembra associarsi a un aumento del rischio di frenate brusche nei conducenti anziani, suggerendo un legame diretto tra l’assunzione quotidana di più farmaci e la sicurezza alla guida. A evidenziarlo è uno studio statunitense condotto nell’ambito del progetto Longitudinal Research on Aging Drivers (LongROAD), volto a identificare i fattori che influenzano la sicurezza alla guida con l’avanzare dell’età. Sono stati valutati 2.872 guidatori, d’età compresa tra i 65 e i 79 anni, con l’obiettivo di indagare l’associazione tra il numero di farmaci assunti e la frequenza di frenate brusche, un fattore predittivo di incidenti stradali: sono stati analizzati i dati relativi alle terapie farmacologiche in corso dei partecipanti e i comportamenti di guida per un lungo periodo (44 mesi), raccolti tramite dispositivi di registrazione installati sulle lori automobili. Dallo studio è emerso che l’incidenza delle frenate aumentava con il numero di farmaci assunti. I conducenti...
L’assunzione nell’anziano di più farmaci al giorno può interferire con le capacità di guida, aumentando il rischio di incidenti stradali.
Molti farmaci usati nei bambini non sono specificamente approvati per l’età pediatrica, aumentando il rischio di effetti avversi
Sono sempre di più le persone con diabete di tipo 2 che assumono più farmaci simultaneamente, rendendo essenziale una gestione attenta e condivisa delle terapie.
Sono sempre di più le persone con diabete di tipo 2 che assumono più farmaci simultaneamente, rendendo essenziale una gestione attenta e condivisa delle terapie.
Nell’arco di dieci anni, grazie agli avanzamenti tecnologici, la gestione dei pazienti con diabete di tipo 1 è significativamente migliorata, anche se molto resta da fare per mantenere livelli medi di emoglobina glicosilata (HbA1C) sotto la soglia del 7% per ridurre il rischio di complicanze a lungo termine. In uno studio sono stati valutati i dati contenuti in otto registri nazionali e in un registro internazionale di giovani sotto i 18 anni di età con diabete di tipo 1. In totale sono stati analizzati 145.084 giovani con la malattia. Gli esiti valutati erano i valori di HbA1c, la frequenza di episodi ipoglicemici e la frequenza di episodi di chetoacidosi diabetica, in un confronto tra 2013 e 2022. Nei dieci anni di studio i valori medi di emoglobina glicosilata sono scesi, passando da 8,2% (limiti di confidenza al 95% da 8,1 a 8,3%) nel 2013 a 7,6% (limiti di confidenza al 95% da 7,5 a 7,7%) nel 2022. Nonostante questo miglioramento l’obiettivo di raggiungere in tutti i pazienti...
Grazie ai progressi della medicina nel giro di 10 anni è decisamente migliorata la gestione dei giovani con diabete di tipo 1
Il rischio di avere una reazione allergica sistemica a seguito di un test cutaneo per stabilire l’allergia a un farmaco è molto basso, ma occorre eseguire sempre questi esami in un ambiente protetto.
Il rischio di avere una reazione allergica sistemica a seguito di un test cutaneo per stabilire l’allergia a un farmaco è molto basso, ma occorre eseguire sempre questi esami in un ambiente protetto.
Adottare uno stile di vita sano riduce il rischio di prendere più farmaci, migliorando la qualità della vita e diminuendo la mortalità.
Negli anziani in chemioterapia l’uso di più farmaci aumenta il rischio di interazioni farmacologiche che possono compromettere l’efficacia e la sicurezza delle cure.
Negli anziani in chemioterapia l’uso di più farmaci aumenta il rischio di interazioni farmacologiche che possono compromettere l’efficacia e la sicurezza delle cure.
Eliminare o ridurre i farmaci non strettamente necessari migliora l’aderenza alle terapie, ma l’effetto su mortalità e ricoveri è ancora da chiarire.
Eliminare o ridurre i farmaci non strettamente necessari migliora l’aderenza alle terapie, ma l’effetto su mortalità e ricoveri è ancora da chiarire.
La risposta ai farmaci ipnotici sembra variare con l’età, risultando più ridotta negli anziani rispetto ai giovani e rendendo fondamentale una terapia personalizzata che tenga conto di rischi e benefici
La risposta ai farmaci ipnotici sembra variare con l’età, risultando più ridotta negli anziani rispetto ai giovani e rendendo fondamentale una terapia personalizzata che tenga conto di rischi e benefici