Usare i cannabinoidi per la nausea e il vomito da chemioterapia?

13 Ott 2025

FOCUS: Oncologia

Per contrastare la nausea e il vomito da chemioterapia, uno degli effetti avversi più frequenti e disturbanti delle terapie antitumorali, l’uso dei derivati della cannabis non è raccomandato perché non ci sono ancora studi sufficienti che ne dimostrino l’efficacia maggiore rispetto alle altre terapie disponibile e la sicurezza.

La nausea e il vomito da chemioterapia

La nausea e il vomito sono effetti collaterali molto comuni durante la chemioterapia e possono compromettere la qualità della vita, l’alimentazione e l’aderenza alla terapia stessa.
Dagli anni Novanta per controllare questi sintomi sono disponibili farmaci efficaci, che agiscono su diversi meccanismi molecolari:

  • gli antagonisti dei recettore della serotonina
  • gli antagonisti dei recettori della neurochina
  • gli antagonisti dei recettori della dopamina

A questi si aggiungono i più datati, ma pur sempre efficaci, corticosteroidi.
Questi farmaci, somministrati nei vari momenti della chemioterapia (prima per prevenire il disturbo, durante e dopo il ciclo di trattamento per ridurre la nausea e il vomito) nella maggior parte dei casi in combinazione riescono a controllare bene questi disturbi (vedi anche la news C’è modo di contrastare la nausea e il vomito da chemioterapia), ma non lo fanno sempre in modo completo.

I cannabinoidi per la nausea e il vomito da chemioterapia

Negli ultimi anni si è discusso dell’uso dei cannabinoidi, principi attivi derivati dalla cannabis, come possibile alternativa o integrazione alla terapia antiemetica tradizionale. I principali composti studiati sono il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo), oltre a versioni sintetiche come il nabilone e il dronabinolo.
Una revisione sistematica della letteratura scientifica ha analizzato oltre 30 studi clinici che hanno coinvolto quasi 2.000 persone in chemioterapia per valutare l’efficacia dei cannabinoidi nel prevenire nausea e vomito. In effetti rispetto alla somministrazione di un placebo l’uso di cannabinoidi riduceva la frequenza e la gravità di nausea e vomito da chemioterapia, ma in un solo studio sono stati confrontati questi composti con la terapia antiemetica (cioè anti nausea e vomito) abituale, oggi basata sull’uso in combinazione di antagonisti della serotonina, antagonisti della neurochinina e steroidi. In quest’ultimo confronto è emersa una efficacia leggermente superiore dei cannabinoidi ad alto dosaggio, ma a fronte di più effetti collaterali come sonnolenza, vertigini, euforia e ansia.

In pratica

Le conclusioni della revisione sono chiare: nell’attesa di avere studi più ampi che confrontino i cannabinoidi con le terapie attualmente raccomandate dalle linee guida, le prove attuali su efficacia e sicurezza di questi composti sono insufficienti per consigliarne l’uso. Va comunque ricordato che la normativa italiana (Ministero della Salute. Allegato tecnico per la produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di cannabis per uso medico — Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, 30 novembre 2015) ne consente l’utilizzo qualora in un paziente le altre terapie indicate dalle linee guida non sianno efficaci.
In ogni caso non bisogna ricorrere al fai da te, ma sempre rivolgersi al medico, che può prescrivere nel caso le formulazioni farmaceutiche di cannabinoidi che sono approvate per l’uso.

Bibliografia

Kemmer S, Dörfler J, et al. Cannabinoids for the prevention of chemotherapy-induced nausea and vomiting in oncological therapy: a systematic review. J Cancer Survivorship 2025; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40797063/ Conflitti di interesse:
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