La perdita dei capelli con i farmaci antitumorali

23 Set 2025

FOCUS: Oncologia

La perdita dei capelli (scientificamente chiamata alopecia) è una delle conseguenze più evidenti di molte terapie antitumorali, con impatto sulla salute mentale, sull’autostima, sulla propria immagine corporea, sulla sessualità e sulla vita sociale della persona. Si può fare qualcosa per prevenirla e per favorire la ricrescita dei capelli una volta terminata la terapia? Le risposte vengono da una revisione della letteratura scientifica condotta da un gruppo di medici statunitensi.

I farmaci chemioterapici che causano alopecia

I chemioterapici sono i farmaci antitumorali che più spesso causano la perdita parziale o completa dei capelli. Si stima che si verifichi nel 65% dei casi, e in particolare:

  • i taxani (come il paclitaxel e il docetaxel), usati per molti tipi di cancro, da quello dell’endometrio al tumore del polmone, dal tumore della mammella al tumore della vescica, dal tumore della prostata al tumore dello stomaco, sono i farmaci che più spesso causano una alopecia, con una frequenza superiore all’80% dei casi
  • le antracicline (come la doxorubicina e la daunorubicina), usate per molti tipi di cancro, dalle leucemie ai sarcomi, dal tumore della mammella al tumore della vescica, causano frequentemente alopecia, si stima che si verifichi tra il 60 e il 100% dei casi
  • gli agenti alchilanti (come la ciclofosfamide), usati per molti tipi di cancro, dal tumore della mammella alle leucemie, dai linfomi al mieloma, dal cancro dell’ovaio al retinoblastoma, causano alopecia nel 60% dei casi e più
  • gli antimetaboliti (come il 5-fluorouracile e la capecitabina), usati per molti tipi di cancro, dal tumore della mammella al tumore dell’esofago, dai tumori genito-urinari a quelli gastrointestinali, causano alopecia nel 10-50% dei casi
  • in caso di chemioterapia con più farmaci il rischio di alopecia aumenta ulteriormente.

La perdita dei capelli da farmaci chemioterapici è reversibile, con una graduale ricrescita a partire da tre a sei mesi dopo l’ultimo ciclo di terapia. C’è la possibilità che i capelli ricresciuti abbiano una diversa consistenza o siano di colore diverso dal precedente.

Gli altri farmaci antitumorali

I trattamenti ormonali usati per il trattamento dei tumori della mammella, dell’ovaio, dell’endometrio e della prostata possono causare alopecia, anche se meno spesso rispetto ai farmaci chemioterapici. A differenza dell’alopecia da chemioterapici, la perdita di capelli con i farmaci endocrini si presenta come un diradamento graduale e diffuso piuttosto che una perdita improvvisa e raramente causano una calvizie completa. La frequenza dell’alopecia è mediamente attorno al 5% dei casi, ma è maggiore (25% dei casi) con il tamoxifene e con gli inibitori dell’aromatasi (come l’anastrazolo).
Anche le terapie antitumorali più recenti, come gli inibitori del checkpoint immunitario o le terapie con anticorpi possono causare la perdita dei capelli ma con frequenze molto inferiori.

Che cosa si può fare

L’unica prevenzione che ha mostrato qualche efficacia è il raffreddamento del cuoio capelluto (scalp cooling):

  • l’applicazione di una cuffia o un casco refrigerante causa una vasocostrizione, in questo modo si riduce la quantità di farmaco antitumorale che arriva ai follicoli piliferi, riducendo il rischio della perdita dei capelli
  • i risultati migliori si hanno con l’applicazione di dispositivi che mantengano la temperatura sotto lo zero per almeno 30 minuti prima dell’infusione e per un’ora e mezza dopo l’infusione stessa
  • l’effetto è diverso a seconda dei farmaci impiegati, il raffredamento del cuoio capelluto sembra essere più efficace in caso di chemioterapie con taxani o antracicline
  • il raffreddamento non comporta particolari problemi, ma può causare mal di testa e un senso di fastidio dovuto alla bassa temperatura.

Per favorire la ricrescita dei capelli dopo che sono caduti si può invece usare una lozione di un farmaco, il minoxidil a varia concentrazione, che sembra poter ridurre la durata dell’alopecia e rallentarne la progressione.
I rimedi “naturali”, come la biotina o altri supplementi, non servono, perché non hanno alcuna efficacia.

In pratica

Prima di affrontare un trattamento anti tumorale la persona va messa a conoscenza di tutti gli effetti avversi, compresa la perdita dei capelli. Spesso è utile un supporto psicologico offerto dall’équipe di cura. Il raffreddamento dello scalpo, ove disponibile, può ridurre ma non azzerare il rischio di alopecia e l’uso della lozione di minoxidil può aiutare per la ricrescita dei capelli.

 

Bibliografia

Kaufman L, Valentic L, et al. Cancer-related alopecia risk and treatment. Current Treat Options Oncol 2025; https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC12408754/ Conflitti di interesse:
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