La somministrazione profilattica di magnesio per via endovenosa il giorno della prima infusione di cisplatino può aiutare a ridurre il rischio di insufficienza renale acuta, sulla base di uno studio osservazionale retrospettivo condotto in cinque centri statunitensi.
Lo studio sugli effetti del magnesio
Lo studio ha incluso pazienti con tumore di età superiore ai 18 anni che avevano ricevuto una prima dose di cisplatino per via endovenosa tra il 2006 e il 2022. Dalle cartelle cliniche si estraeva il dato se fossero stati trattati o meno con il magnesio e lo si metteva in relazione con il rischio di insufficienza renale acuta.
Su un totale di 13.719 pazienti oncologici trattati con cisplatino, il 28,4% ha ricevuto anche il magnesio per via endovenosa (dose mediana 2 g) il giorno prima della chemioterapia.
L’esito composito primario comprendeva l’insufficienza renale acuta o la morte a 14 giorni dalla prima dose di cisplatino.
L’esito si è verificato nel 2,7% dei pazienti trattati, rispetto al 5,3% nel gruppo non trattato con il minerale, suggerendone una possibile associazione protettiva.
Quale può essere il meccanismo protettivo del magnesio?
La carenza di magnesio riduce l’attività di specifici trasportatori renali (MRP4 e MRP6) responsabili dell’eliminazione del cisplatino, favorendone quindi l’accumulo nelle cellule tubulari e aumentandone la tossicità renale. Inoltre promuove uno stato infiammatorio a livello renale, con aumento di interleuchina-6 e specie reattive dell’ossigeno (ROS).
La somministrazione endovenosa del magnesio contrasterebbe questi effetti negativi:
• ripristinando l’espressione dei trasportatori di efflusso
• facilitando l’eliminazione del platino con le urine
• riducendo l’infiammazione e lo stress ossidativo.