Tumore dell’esofago: anche lo schema della terapia conta

5 Mar 2025

FOCUS: Oncologia

La cura di un tumore può prevedere diversi approcci, dall’uso dei farmaci alla radioterapia fino alla chirurgia. La combinazione di questi interventi consente di raggiungere in diversi casi gli approcci migliori che variano però da tumore a tumore. Nel caso del cancro dell’esofago si procede di solito con una chemioterapia e una radioterapia prima di effettuare l’intervento chirurgico, se fattibile. Uno studio si è chiesto se la radioterapia sia indispensabile o se si possa ricorrere solo ai farmaci e all’intervento chirurgico. Quale strada è la migliore in termini di sopravvivenza? I ricercatori hanno due strategie terapeutiche: la chemioradioterapia preoperatoria, che associa appunto i farmaci chemioterapici con la radioterapia prima dell’intervento, e la chemioterapia con più farmaci somministrati sia prima sia dopo l’intervento chirurgico senza ricorrere alla radioterapia.
I risultati indicano che la combinazione farmaci più bisturi è quella che consente una sopravvivenza più lunga rispetto a quella che prevede anche la radioterapia. Tuttavia, questo vantaggio è accompagnato da una maggiore frequenza di effetti collaterali legati ai farmaci impiegati, come infezioni e riduzione dei globuli bianchi.

In pratica

La scelta del trattamento in caso di tumore viene fatta dall’équipe di medici che ha tutte le competenze per definire i diversi approcci curativi. Nel caso del tumore dell’esofago operabile i farmaci sembrano giocare un ruolo importante. Siccome comunque ogni caso è diverso da un altro saranno i medici a decidere di volta in volta quale scelta fare, condividendola sempre con la persona che deve poi affrontarla

Bibliografia

Hoeppner J, Brunner T, et al. Perioperative chemotherapy or preoperative chemoradiotherapy in esophageal cancer. N Engl J Med 2025; https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2409408 Conflitti di interesse: